Chi come me è nato negli anni ’70 ricorderà sicuramente gli incontri di tennis fra Bjorn Borg e John MacEnroe: due diversi modi di giocare e soprattutto di vivere il match (se non li hai mai visti giocare, ti suggerisco di vedere il video su YouTube relativo alla finale del torneo di Wimbledon del 1980).
Evidente è anche la differenza di concentrazione di questi due atleti. Lo svedese Bjorg mantiene una concentrazione costante per tutto l'incontro. L'americano McEnroe manifesta una concentrazione intervallata da borbottii e una gestualità impulsiva.
Se chiedessimo agli spettatori chi fra i due è maggiormente concentrato, la maggior parte risponderebbe Bjorg. Ma non è così.
In questo articolo, in cui propongo alcuni spunti dal libro “Guida per atleti all'allenamento mentale. Corpo e mente nell'attività sportiva” di J.Syer - C. Connely, esploriamo la concentrazione.
Premetto che utilizzo termini come atleta o sportivo solo per una questione di comodità. Ovviamente tutti gli strumenti e gli spunti sono un valido supporto anche per coloro che non praticano sport come professionisti. Che il tuo mestiere sia casalinga, studente, impiegato o insegnante, sono dell'idea che anche tu ti alleni tutti i giorni nella palestra più importante.
Questa palestra si chiama vita.
Cosa è la concentrazione.
La concentrazione viene definita come la capacità di focalizzare l’attenzione su fattori che sono determinanti.
Cosa è quindi necessario per aumentare la capacità di concentrazione?
Come è possibile mantenere la concentrazione che come sappiamo varia, sia in termini di durata che intensità, da individuo a individuo?
Adesso ti propongo un diverso punto di vista: la concentrazione è “il ritiro” dell’attenzione da fattori che non sono più o non sono mai stati rilevanti ai fine della propria prestazione immediata, per riportarla invece (l'attenzione) su fattori che sono determinanti nel qui e ora”.
Come ti sembra questa definizione in cui “la concentrazione è la determinata coscienza di un certo argomento con esclusione temporanea di qualsiasi altro argomento”?
Personalmente quando ho letto per la prima volta questa spiegazione, mi sono illuminata e mi sono detta che spesso ciò che manca non è la concentrazione, ma l’apprendere a lasciare spazio a ciò che c'è già, escludendo il superfluo”.
Ti propongo di ripetere adesso a voce alta le seguenti frasi:
1) “devo essere concentrato”
2) “porto la mia attenzione solo su ciò che in questo momento è importante/utile per me”
Cosa accade?
Riesci ad accorgerti della differenza?
Anche se le due frasi hanno lo stesso scopo, diverso è il loro percorso all'interno del nostro sistema.
La seconda frase ci guida ad una consapevolezza preziosa: siamo costantemente già concentrati, ma su altro.
Personalmente, mi alleggerisce l’idea che non c’è qualcosa che devo acquisire dall'esterno: tutti sappiamo concentrarci e lo facciamo centinaia di volte al giorno!
Durante una qualsiasi attività, che sia una gara o scrivere una tesi, occorre mantenere la consapevolezza di tutte le informazioni utili per svolgere in maniera ottimale ciò che stiamo agendo.
Le informazioni posso cambiare ed è importante fare in modo che i fattori rilevanti siano focalizzati al momento giusto. Questo aiuta a reagire immediatamente con efficacia e raggiungere il nostro obiettivo.
Praticare la concentrazione permette di comprendere inoltre dove è rivolta davvero l'attenzione per capire i motivi per cui accade di distrarci. In questo modo possiamo spezzare modelli di pensiero e comportamento che non sono utili.
Nel caso di un atleta, per esempio, è utile per comprendere in quale fase della prestazione vi è una massima concentrazione e in quale invece si manifesta un calo.
È vero che la capacità di concentrarsi è soggettiva, accorgersi in che modo lo facciamo e allenarsi a focalizzarci può portare grandi benefici nella nostra vita.
Due tipi di concentrazione: INTERNA ED ESTERNA.
La concentrazione interna focalizza le sensazioni, i pensieri e i sentimenti; quella esterna si concentra su ciò che ci circonda, al di fuori quindi di noi stessi.
Questi aspetti sono molto utili per riconoscere a quale tendiamo naturalmente, accorgerci di quale sia la nostra modalità di concentrazione è essenziale.
Possiamo così focalizzare anche in quali situazioni vi è disequilibrio, quindi un eccesso o una mancanza, per ripristinare armonia fra i vari elementi fisici, emozionali e mentali del proprio essere e focalizzarli su quello che si sta facendo.
Le domande che ti suggerisco sono:
Dove è rivolta davvero la mia attenzione? Esplora se la tua attenzione è rivolta all’interno, all’esterno, al passato, presente o futuro.
Cosa posso fare per ripristinare la mia concentrazione?
Quali aspetti, azioni di disturbo, sono presenti in questo momento?
Allenarsi passando da una concentrazione interna ad una esterna e viceversa permette di analizzare situazioni da differenti punti di vista e scoprire fattori significativi. Anche alternare la concentrazione breve con quella a lunga durata è utile. L’atleta dotato e allenato alla profonda concentrazione “è colui che riesce a trovare armonia tra gli elementi fisici, emozionali e mentali del proprio essere e focalizzarsi su quello che deve fare”, qualunque sia l'oggetto della concentrazione interna o esterna, sia essa di breve o lunga durata.
Ecco la risposta riguardante i due tennisti: entrambe le concentrazioni sono ottimali, perché non necessariamente la concentrazione di breve durata è poco profonda.
L’allenamento alla concentrazione e alla sperimentazione delle diverse modalità permette una capacità di reazione a tutti quei fattori imprevedibili presenti durante la gara - come anche nella vita.
Agire con efficacia è raggiungere i propri obiettivi restando concentrati … anche quando i tuoi figli ascoltano la musica a tutto volume nella stanza accanto, per esempio.
In conclusione: la concentrazione, fondamentale durante la competizione e utile da praticare prima, e dopo la gara, si può migliorare e disciplinare proprio come un allenamento fisico.
Di seguito una sintesi dei benefici primari della concentrazione.
La concentrazione
- permette di sviluppare un’appropriata ed efficace capacità di reagire;
- permette di familiarizzare con le parti della prestazione sotto il proprio controllo e distinguerle da quelle al di fuori del proprio controllo;
- permette di interrompere vecchi modelli nell'ambito della prestazione.
Tecniche di concentrazione.
Ci sono tanti esercizi e protocolli per allenare la concentrazione che vengono utilizzati a seconda delle esigenze e del momento in cui si pratica.
Quello che ho scelto di presentarti è un esercizio base e puoi praticarlo prima o dopo l'attività.
Dedica 10 minuti del tuo tempo a questa pratica.
Fai in modo di non essere interrotto da persone o telefonate (o messaggi).
Siediti su una sedia con schienale e poggia i piedi a terra con le braccia non incrociate.
Ascolta l’audio e ricordati di farci sapere cosa è cambiato e se ti è piaciuto questo esercizio e mi auguro che ti aiuti a trovare il tuo personale stile di concentrazione.
NOTA
Per questo articolo ho tratto spunti preziosi dal libro “Guida per Atleti all'allenamento mentale” di John Seyr e Christopher Connolly integrandoli con la mia formazione di Mental Coach e Coaching Olistico.
Ho attinto anche dalle mie competenze ed esperienze come formatore del Pilotaggio della Realtà (metodo Grabovoi®), Operatore Certificata di TE - Tecniche Energetiche e operatore certificata di Logosintesi®.
Se vuoi condividere questo articolo o prendere spunto da esso, saremo felici se citerai anche la fonte www.coachingalchemico.it.
Grazie.
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